Il Chirurgo Unico

D’ESTATE vengono al pettine i primi effetti delle chirurgie primaverili. I chirurghi estetici operano ormai col rito abbreviato e hanno polverizzato i tempi di degenza: è pertanto frequente che una donna trattata al mattino, al pomeriggio non venga più riconosciuta dal compagno: questo non tanto perché i suoi connotati siano migliorati, ma perché è facile che lui la confonda con le altre beneficiarie della stessa pratica – al punto che molti stanno cominciando ad azzardare la teoria della monogenesi di tutte le plastiche: la sconcertante congettura che dietro le quinte operi Il Chirurgo Unico.
Alla chirurgia estetica non si sottraggono nemmeno i maschi: si narra che a un certo B. sia capitato di trascorrere una settimana alle Maldive con una tale M., che però non era affatto sua moglie, ma era diventata identica a costei; mentre lui (verosimilmente anch’egli paziente de Il Chirurgo Unico) era diventato esattamente uguale al vero marito di lei.
Inoltre la cronaca segnala commoventi casi di cani dati per dispersi che — fatte centinaia di chilometri per tornare a casa — cominciano a latrare davanti all’atrio condominiale, sconcertati nel dover prendere atto che il caseggiato è una Paperopoli di padrone tutte uguali.
In un’epoca in cui si soffre già per l’omologazione delle idee, d’estate si viene ad aggiungere anche l’omologazione dei volti. Senza uno straccio di disputa bio-etica preliminare, la clonazione umana è già “operativa”, e alimenta già le prime confusioni.

(Stefano Bonaga e Marco Cavani) La Repubblica, agosto 2004

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